Dell’“unità-comunione-presenza”, ovvero della mistica cristiana secondo Giovanni Moioli
Abstract
L’indagine sul lemma «unità-comunione-presenza» che don Giovanni Moioli introduce quasi in sordina, come preferibile alla usuale descrizione di esperienza mistica come esperienza di passività ed unificazione interiore del soggetto, mette in contatto con le idee-guida della riflessione del teologo milanese: idee-guida che maturano via via nel suo lavoro di ricerca storica e teoretica sulla teologia spirituale come disciplina settoriale e finiscono per investire tutta la teologia. In particolare emerge come la sua tesi della
non normatività dell’esperienza mistica nel cammino della maturazione cristiana sia rigorosamente legata alla realtà dell’agape, coestensiva alla fede quale principio della rivelazione e della vita cristiana. Accostare le pagine di don Moioli sulla realtà dell’esperienza mistica è forte richiamo a discettare di essa solo di fronte al suo possibile darsi fenomenico in senso proprio e specifico: per sostenere la vivacità dei vissuti cristiani “basta” esplorare la valenza dell’epìgnosis, «aliquale penetrazione della verità» e «penetrazione amante» che attiene alla fede, considerata sul versante della appropriazione personale.