«L’ultimo nemico ad essere sottomesso…» (1 Cor 15,26)
Appunti per una teologia della morte
DOI:
https://doi.org/10.82477/sc.v145i4.3966Abstract
Nel tendenziale silenzio della recente teologia sulla morte, lo studio intende rilanciare la ricerca, ponendosi in ascolto di alcuni passaggi del dibattito pre e post conciliare. A partire dal modello neoscolastico – che identificava la morte come conseguenza del peccato originale – si analizzano due reazioni che rifiutano tale nesso: quella di P. Teilhard de Chardin che recupera l’origine
naturale della morte; quella di G. Martelet che ripropone il riferimento a Cristo. L’articolo, così, mostra il limite di aver perso il riferimento al peccato nell’interpretazione della morte e guadagna tre dimensioni che, quantomeno, vanno tenute insieme: quella naturale, cristologica ma anche penale.