Il prete abusatore (II)
Nel labirinto dei simboli
Abstract
Dopo avere ricondotto in un precedente contributo la relazione di abuso a una relazione cosiddetta di oggetto-Sé trasmutante, nel presente articolo si prova a ricostruire, con il ricorso ad alcuni casi clinici, il percorso spesso tortuoso e macchinoso dei simboli che rendono un oggetto (un altro) un oggetto-Sé. I simboli, in questo caso, sono caratteristiche che, in modo non necessaria-mente convenzionale, rimandano a un’esperienza che viene assolutizzata e che va illusoriamente a «riparare» una mancanza o un difetto soggettivi, non necessariamente consapevoli. Per questa ragione la requisizione del simbolo equivale alla requisizione di quell’esperienza, con l’illusione di poterla ren-dere permanente.